Sei un impiccione? La tua vita sarà più lunga di quella degli altri: ecco perché

Impiccioni di tutto il mondo, scatenatevi! Una nuova teoria sostiene che farsi gli affari del prossimo può essere la ricetta per vivere a lungo.

Per ficcanaso e impiccioni di ogni risma potrebbe essere arrivato il momento del riscatto, malgrado i pressanti inviti a non occuparsi degli affari altrui. Sono loro i veri Highlander?

Ficcanasare fa vivere più a lungo
Chi lo avrebbe detto che l’elisir di lunga vita si trovasse nel fatto di ficcanasare nella vita altrui? – (Turiweb.it)

Da sempre la saggezza popolare non vede di buon occhio chi è troppo interessato alla vita degli altri. L’invadenza non ha mai avuto una grande reputazione e nel corso dei secoli, da Platone a Razzi – con toni ben differenti, ma il concetto è lo stesso anche se rozzamente espresso (e non era il caso del filosofo) -, non si contano gli inviti a farsi i fatti propri.

«Chi si fa gli affari suoi campa 100 anni», ricorda un memorabile detto. Vita dura – di sicuro vita breve – dunque per impiccioni e ficcanaso e, in genere, per tutti gli intriganti che amano intromettersi abitualmente negli affari degli altri.

Quando farsi gli affari degli altri allunga la vita

Ma è davvero così? Impicciarsi delle cose altrui accorcia davvero la vita? A quanto pare no. Lo dice uno studio condotto recentemente da un team di psicologi spagnoli dell’Universidad Complutense de Madrid. Ecco cos’hanno scoperto.

Impiccioni perché vivranno a lungo
Ficchi il naso dove non dovresti? Magari ti farai pochi amici ma vivrai a lungo, dice la scienza – (Turiweb.it)

Ebbene sì: sembra proprio che, al contrario del famoso detto, si campi a lungo proprio non facendosi gli affari propri. La tipica, malsana curiosità del ficcanaso sembra premiare infatti in termini di longevità. Ficcanasare, stando a quanto dicono gli esperti, terrebbe sveglio e allenato il cervello. Che così, a forza di impicciarsi di cose d’altrui pertinenza arriverebbe in ottima forma alla vecchiaia.

Il grippo di ricerca iberico è giunto a questa conclusione dal sapore beffardo analizzando un campione composto da anziani vicino ai cento, da centenari o ultracentenari. Intervistandoli, i ricercatori si sono accorti che molto spesso questi anziani erano accomunati da alcune caratteristiche: l’estrema curiosità, il senso dell’umorismo e la gran fede. Ma ad attirare gli psicologi non sono stati il sense of humor o la fede nel Signore, quanto la curiosità dei partecipanti all’esperimento.

Insomma, gli psicologi hanno tratto una lezione di (lunga) vita dall’esperienza dei centenari, sintetizzata in questa maniera: «Sii curioso, viaggia e leggi, sono questi i segreti. La curiosità di conoscere, viaggiare, aggiornarsi e anche la voglia di ficcare il naso dove non si dovrebbe, sono un toccasana per il cervello». È fondamentale, hanno aggiunto gli esperti, «restare intellettualmente attivi, trovando nuovi ambiti di conoscenza e di apprendimento». Qualcosa ci dice, ahinoi!, che ficcanaso e impiccioni non se lo faranno ripetere due volte, ora che c’è pure l’“avallo” della scienza alla promessa dell’immortalità.

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